Il luogo di culto

La Basilica collegiata di Santo Stefano

La Chiesa è preceduta da un sagrato decorato con ciottoli di mare policromi

La Chiesa, di origine antichissime, sorse su avanzi dell’ampia fortezza dove i Fieschi esercitavano l’ufficio consolare; nel 1143, venne dichiarata Chiesa Plebania da cui dipendevano una trentina di chiese dei dintorni. Col passare dei secoli, l’edificio stava andando in rovina e nel 1650 iniziarono i lavori: l’edificio barocco mutò orientamento in modo più scenografico con la facciata verso sud della città. I due campanili, uno rivolto a mezzogiorno e uno a levante per difendersi dalle incursioni dei turchi e dei nemici, furono completati nel 1657. La facciata marmorea, finita nel 1936, completa questo splendido edificio, preceduto da un sagrato decorato con ciottoli di mare policromi. La struttura è tardorinascimentale: l’interno a tre navate, sorrette da colonne binate, è abbellito da marmi policromi che ornano le pareti; gli undici altari sono decorati da quadri di vari pittori e da statue in marmo; nel altare della cappella del Rosario, la statua lignea della Madonna era la polena di un veliero

 

 

 

A spasso tra le bellezze della città di Lavagna

Il Porticato Brignardello è sede di tante manifestazioni estive

La città di Lavagna è situata proprio nel cuore della Riviera di Levante. E’ una realtà che vive soprattutto di turismo grazie principalmente alla sua posizione geografica: Affacciata sulla sponda dell’Entella è situata in una suggestiva cornice di Colline ricoperte di ulivi, pini e castagne discendenti verso il mare dove una spiaggia sabbiosa si estende rettilinea per 5 km, la più lunga della Riviera di Levante. Lavagna e la città dei Fieschi, potente famiglia nobile che, in competizione con i genovesi Doria ha tracciato la storia della Liguria ai tempi del medioevo. Ecco le zone più suggestive della città.

 

Via Roma

E’ il cuore commerciale di Lavagna, dei suoi caratteristici “caruggi”, con i portici medievali e le botteghe. Propone un interessante esempio di tipico Borgo Marinaro, il visitatore percepisce un quadro completo dell’evoluzione urbanistica della città, dalla fondazione medioevale al suo sviluppo ottocentesco.

 

Piazza Marconi

Il luogo più famoso di Lavagna e senza alcun dubbio Piazza Marconi, dominata dalla collegiata di Santo Stefano, sede pievana già nel X secolo, subì nel 1653 l'immancabile rifacimento in chiave barocca cui va riferita la scenografica facciata con due campanili a scalinata preceduta da un sagrato in acciottolato.

 

Porticato Brignardello

Da molti considerato a torto come un'appendice della Basilica. Lo fece costruire il benefattore Nicola Brignardello, si dice, perché non voleva passare davanti alla basilica per recarsi nel cimitero. Infatti al termine del lungo colonnato una scala porta direttamente all'ingresso del cimitero. Per lungo tempo il busto del Brignardello, che aveva fatto fortuna in America, rimaste nel porticato. Fu poi trasferito nella cappella del cimitero. Oggi è sede di tantissime manifestazioni estive.

 

Torre del Borgo

In pieno centro cittadino è stata recuperata una torre, incastonata tra via XX Settembre e via Cavour, spesso viene collegata idealmente ai Fieschi, forse un Torrione di avvistamento del ‘500 che nei secoli ha subito diverse destinazioni d'uso, persino quella di abitazione con annessa cappella gentilizia. Recuperata e destinata a sede di museo. Nel suo piccolo giardino alla genovese vengono organizzati concerti e mostre a cura dell'associazione culturale “Amici del Bronzino”. I Ravenna furono un'importante famiglia, legata alla storia locale; ad essa appartiene il Canonico Ravenna, autore del libro sulla storia di Lavagna alla fine del XIX secolo.

 

Casa Carbone

Edificio situato nel centro storico di lavagna, coerente esempio abitativo di stile fin-de-siècle tipicamente ligure nelle decorazioni esterne e nella struttura architettonica. Ricca di arredi e dipinti dell'epoca, casa Carbone conserva infatti eccezionalmente intatto l'ambiente domestico di una famiglia borghese del novecento ligure prima che “le esigenze della nostra civiltà e spersonalizzassero le nostre abitazioni” citando le parole dei fratelli Emanuele e Siria carbone, ultima abitanti della casa e Donatori del bene al FAI.